Passatelli con topinambour e mortadella
Primi piatti
Sembra che la tardura o la stracciatella, una ricca e nutriente minestra di brodo di carne, pangrattato, uova e formaggio, che era ritenuta l'ideale il piatto perfetto per ricostituire le donne dopo il parto, sia l'antenata dei passatelli. Ma al di là delle origini quella che sembra una ricetta povera è in realtà ricchissima e ci consente di realizzare fantastici piatti, non solo in brodo, ma anche asciutti. Perchè allora non provare i passatelli asciutti con una crema di topinambour e un poco di profumatissima mortadella affettata al momento e aggiunta al piatto solo al momento di servirlo? Provare per credere!
Ingredienti per 4 persone:
per i passatelli:
250 g. parmigiano reggiano grattugiato
250 g. pangrattato
5 uova
un cucchiaio di farina
un poco di noce moscata
sale q. b.
pepe q. b.
per il condimento:
200 g. di topinambour
250 ml. di brodo di vegetale
100 g. di mortadella IGP
50 ml. di panna fresca
sale q. b.
pepe q. b.
Preparazione:
per i passatelli:
In una ciotola miscelare il pangrattato e il parmigiano reggiano grattugiato. Aggiungere le uova, il sale, il pepe e la noce moscata grattugiata.
Aggiungere un cucchiaio colmo di farina. Lavorare l’impasto con le mani fino ad ottenere un composto piuttosto sodo. Avvolgerlo nella pellicola e metterlo in frigo per circa mezz’ora.
Dividere il composto in 6 pezzi e uno alla volta metterli nello schiacciapatate. Schiacciare con forza finché usciranno tanti cilindretti. Tagliarli con il coltello della lunghezza desiderata e adagiarli su carta da forno infarinata. Lasciare riposare in frigorifero per almeno un'ora.
per il condimento:
Lavare e sbucciare i topinambour. Tagliarli a pezzettini e metterli in una padella con poco olio evo e iniziare la cottura aggiungendo poco alla volta del brodo vegetale. Quando il topinambour sarà cotto metterne da parte alcuni pezzetti per rifinire il piatto e per dare una consistenza croccante. Frullare i topinambour cotti con due cucchiai di olio evo, la panna fresca e una grattugiata di pepe fino ad ottenere una crema abbastanza morbida e, se del caso, aggiungere un goccio di brodo per renderla morbida e vellutata nella giusta consistenza.
Tagliare la mortadella di Bologna IGP a listarelle e mettere da parte.
Preparare il brodo, portarlo ad ebollizione e versare i passatelli. Mescolare delicatamente e lasciare cuocere per circa un minuto. Scolarli.
In padella mettere la crema di topinambour, aggiungere i passatelli e mescolare delicatamente. Impiattare mettendo sopra ai passatelli i pezzetti croccanti di topinambour tenuti da parte ed infine aggiungere la mortadella tagliata a listarelle.
Il Topinambour - Helianthus tuberosus L.
Il topinambour è una pianta perenne erbacea perenne originaria dell'America settentrionale ed è stata per anni quasi dimenticata e che negli ultimi tempi è rivalutata e sta avendo un successo crescente. La pianta che cresce anche spontaneamente sulle rive dei fiumi o dei fossi dove trova il suo ambiente ottimale assomiglia ad una grande margherita gialla oppure ad un piccolo girasole.
E' infatti una pianta della famiglia botanica delle Compositae alta fino a 2 metri, con foglie ovali e appuntite e fiori a forma di capolino, gialli e larghi fino a 12 centimetri che sbocciano in autunno.
E' una pianta utilizzata anche come foraggio per gli animali. La parte più importante della pianta è comunque il tubero che ricorda quello della patata anche se è più allungato, articolato, duro e non contiene amido.
Contiene invece inulina che a differenza dell'amido delle patate è completamente digeribile. E' un tubero che ha un bassissimo contenuto di calorie. La polpa è bianca e carnosa, il sapore è delicato ed appena dolce, ed assomiglia al cardo ed al carciofo.
Per questo negli ultimi anni è sempre più apprezzato in cucina con il quale si possono preparare preziose ricette. Infatti il topinambour può essere consumato sia crudo sia cotto.
'Kreos' Negroamaro Rosato Salento IGT - Castello Monaci
'Kreos' un vino il cui nome deriva da Eos, figura della mitologia greca, dea dell’aurora, sorella di Elio (il sole) e di Selene (la luna) che ogni mattina piangeva inconsolabilmente la morte del proprio figlio, ucciso da Achille durante l’assedio di Troia, e le sue lacrime formarono la rugiada. Omero la chiamò la dea dalle dita rosate per l’effetto che si vede nel cielo all’alba. Questa storia ha ispirato questo vino salentino ottenuto da uve Negroamaro in purezza raccolte nelle primissime ore del mattino e subito portate in cantina dove vengono sottoposte a pigiatura soffice. Dopo un brevissimo contatto tra le bucce ed il mosto castello Monaci ottiene questo rosato dal colore intenso che ricorda il corallo, più tenue e che al naso esprime delicati profumi di fiori e di piccoli frutti rossi. Al gusto è fresco, sapido, con una leggera nota minerale ed un fondo leggermente fruttato. Ottimo come aperitivo, perfetto abbinato a piatti di pasta con sughi leggeri, di verdure oppure con primi piatti e pesce, ma anche con formaggi fresci oppure con la classica caprese, pomodoro e mozzarella. Va consumato giovane e servito alla temperatura di 10 - 12 °C.
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