Streccapògn con uovo e pancetta
Secondi piatti
In primavera arrivino gli streccapògn, una delle prime erbe selvatiche commestibili che offre la natura che non va confusa con altre erbe come il tarassaco o “piscialetto” riconoscibilissimo per le "margherite" gialle. In caso di errore, non preoccupatevi in quanto entrambe le erbe sono commestibili e dal gusto più amarognolo nella seconda. Con questa erba di campo realizzate un piatto della tradizione rurale emiliana abbinandoli a uova strapazzate, pancetta, Se sono freschissimi e tenerissimi li potete ammorbidire solo in padella altrimenti scottateli brevemente prima di saltarli in padella.
Ingredienti per 4 persone:
400 g. di streccapògn
6 uova
150 g. di pancetta arrotolata
1 spicchio di aglio
olio Evo
crema di aceto balsamico di Modena IGP
sale q. b.
pepe q. b.
Preparazione:
Lavare e pulire gli streccapògn togliendo la parte dura della radice e precisamente lasciando solo le foglie e una piccola parte della radice. In una padella mettere un poco di olio e lo spicchio di aglio. Quando l'aglio sarà rosolato toglierlo ed aggiungere gli streccapògn e coprire la padella con un coperchio. Lasciare cuocere a fuoco basso aggiungendo poca acqua calda. Cuocere per circa una decina di minuti e fino a che i radicchi di campo non saranno appassiti e non si saranno ammorbiditi. A parte in una padella con pochissimo olio rosolare la pancetta arrotolata tagliata a pezzetti e metterla da parte.
Preparare le uova strapazzate rompendo le uova in un piatto fondo, aggiungere sale e pepe e sbattete con una forchetta. Nella padella in cui avete cotto la pancetta aggiungere un poco di olio e versare le uova sbattute e cuocere le uova per non più di quattro minuti. Impiattare mettendo prima gli streccapògn, l'uovo strapazzato e infine la pancetta abbrustolita. Accompagnare con poche gocce di crema di aceto balsamico tradizionale di Modena.
Streccapògn
“stringi-pugno” in dialetto bolognese, un radicchio che cresce spontaneo nei terreni incolti, nei prati grassi, lungo i margini delle strade di campagna e lungo i fossi in buona parte dell'Italia. E' un cibo povero, forse dimenticato, ma di grande sapore e soddisfazione. Forse non conosciuto ai più, ma che talvolta si trova anche in vendita dagli ortolani nei mercati lo 'streccapogn' va consumato alla fine dell'inverno oppure in primavera, prima che fiorisca e quando le foglie sono più tenere e meno amare.
Per i botanici si tratta di Crepis vesicaria L. subsp. taraxacifolia (Thuill.) Thell., una asteracea conosciuta anche come radicchiella a foglia di tarassaco e nei vari territori sono note anche con il nome di asperelle o chioccie che assomiglia molto al tarassaco, il comune 'piscialetto'.
Sia le foglie che i boccioli fiorali possono essere consumati crudi, preferibilmente lessi, conditi con olio limone o saltati in padella con olio ed aglio e perperoncino. E' un'erba spesso usata nella tradizione contadina da sola o mista ad altre erbe spontanee per essere aggiunta a frittate o sformati di verdure, ricotta o formaggio.
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